L’ESTRATTIVISMO SULLE ALPI APUANE
Negli ultimi 40 anni è stato estratto più materiale dalle Apuane che nei precedenti due mila, oggi circa l’80% dell’estratto è rappresentato da scarto che viene impiegato nella produzione di carbonato di calcio e di scaglie e detriti per i riempimenti.
Nel frattempo, le poche aziende del settore estrattivo sono sempre più ricche, collezionando utili milionari a fronte di un impatto lavorativo e di redistribuzione sempre più basso. L’intero territorio è in scacco di questo meccanismo e paga i costi ambientali, sociali, politici ed economici del suo funzionamento. L’estrattivismo non è dunque solo l’estrazione selvaggia, ma l’intero sistema che la rende possibile e che soverchia la popolazione locale al fine di impedire altre forme di gestione e di vita nel territorio.
Quello delle Apuane è uno dei casi più drammatici in tutta Europa, ma non è il solo. Oggi, in particolare, si registra una nuova ondata di investimenti nella ricerca ed estrazione di materie prime in Europa. I fari sono puntati sulle cosiddette materie prime critiche e strategiche (MPC), fondamentali non solo per la transizione ecologica, ma anche e soprattutto per le tecnologie di informazione e comunicazione e per tutto il settore bellico.
Questa nuova corsa alle MPC è stata accolta anche in Italia, dove sono in preparazione svariati nuovi progetti di ricerca e estrazione che vedono il protagonismo proprio dei territori montani. È dunque cruciale comprendere che il caso delle Apuane si trova oggi ad essere non solo drammatico, ma potenzialmente riproducibile in un’infinità di territori.
Difendere le Apuane e l’acqua che ci forniscono è oggi più cruciale che mai e rappresenta anche una lotta per la difesa dei tanti altri luoghi che saranno presto aggrediti per trarne profitto a scapito di tutto il resto.
Ne parleremo con alcun@ attivist@ di Athamanta.
Quando: Domenica, dalle 17:30 alle 18:30
Dove: Sassi