Bellissima e impegnativa cicloescursione sull’Appennino Toscano che inizia da Poggio Mandri (comune di Londa) e si inoltra nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi includendo salite panoramiche, tratti su crinale, discese su single track, la conquista della cima del Monte Falco (1658m), del Monte Falterona (1654m) e il passaggio dalle sorgenti del fiume Arno. Un giro fantastico che ci farà ammirare la bellezza di questo territorio, ma che richiede una buona preparazione atletica e un’ottima capacità di guida in discesa.
L’itinerario inizia subito con un tratto di sterrato che entra nel bosco e che ci immetterà poi su una larga strada forestale che conduce a Poggio Faggio Tondo (1000m). Si prosegue sul sentiero CAI 00 attraverso un bel tratto panoramico che ad un certo punto si fa più ripido e ci porta prima al Bivacco Pallereta e poi al crinale appenninico (1336m). Percorriamo un tratto di crinale in lieve discesa per arrivare al bivio da dove parte il sentiero CAI 18 verso Castagno d’Andrea. Il sentiero è un single track molto bello, ma altrettanto impegnativo, che prevede tratti (OC) rocciosi in forte pendenza. Terminato il 18, percorso il breve tratto sul 18-a, ci si immette sulla strada provinciale del Borbotto (prima su asfalto, poi su sterrato) che lentamente ci riporta in quota. Alla Fonte del Borbotto (1200m) possiamo riempire di nuovo le borracce ed entriamo nel Parco delle Foreste Casentinesi. Ci aspetta un altro tratto in salita, più duro di quello appena percorso, che ci porterà al Passo Piancancelli (1500m). Da qui si prende la strada asfaltata per arrivare poco dopo al Rifugio La Capanna (al momento in cui scriviamo, il rifugio risulta chiuso). Rifocillati, proseguiamo verso la quota più alta dell’itinerario percorrendo un tratto in asfalto che ci porta ad una base militare, da lì su sentiero fino a raggiungere finalmente la cima del Monte Falco (1658m) da cui goderemo di uno splendido panorama. Risaliti in sella percorreremo un tratto nel bosco su di un manto di foglie, per poi raggiungere la cima del Falterona con un breve tratto di portage. Sceso un breve ma ripido tratto in discesa, riprendiamo la bella e divertente discesa su fogliame, mai pericolosa, la cui direzione è segnata dai segni bianco-rosso dipinti sugli alberi che alla fine ci porta a Capo D’Arno (1371m). Doverosa è una sosta per raggiungere a piedi la sorgente del fiume e leggere la targa che riconduce questo luogo alla Divina Commedia di Dante Alighieri. Siamo arrivati al 21km (dei 32 totali) e abbiamo percorso la maggior parte del dislivello positivo del giro, ma da qui prima dell’ultima discesa del S. Elena ci attende un tratto di crinale con vari sali-scendi che, data la fatica accumulata, ci metterà ad una dura prova, se non si vuole scendere e spingere la bicicletta. Superate prima Le Crocicchie (1412m), il Monte Acuto (1480) e infine lo stesso tratto di crinale percorso all’andata, ci dirigiamo verso il Monte Massicaia da dove parte l’ultima infinita discesa del trail S. Elena. Dopo un primo tratto “wild” dentro il bosco, il trail si sposta nell’area di Rincine Trail MTB immettendosi prima nel Trail Viaio e poi nel Trail Calimara. Non lo percorreremo tutto (onde evitare un ulteriore dislivello in salita), ad un certo punto ci sposteremo su un single track di collegamento che ci riporterà in breve al punto di partenza.
Il direttore si riserva di variare l’itinerario in qualsiasi momento.
Non si trova acqua né alla partenza né durante il percorso, si raccomanda, quindi, di partire con una scorta idrica sufficiente.
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